La perfetta resistenza all’infiltrazione delle intemperie nelle coperture è un requisito imprescindibile, per questo da tempo oltre al manto in coppi, tegole, lamiera, legno o altro, che sostanzialmente ha lo scopo di far defluire l’acqua, viene posto in opera uno strato di materiale avente le specifiche caratteristiche necessarie allo scopo: la guaina per l’impermeabilizzazione del tetto.
Può essere stesa a caldo o incollata sfruttando l’adesività della faccia inferiore, in ogni caso deve aderire alla superficie, pertanto ovviamente ed opportunamente predisposta, ed impedire così che le acque pluviali, comprese quelle che riuscissero a superare il manto di copertura, arrivino a contatto con le strutture, costringendole invece a defluire.
Naturalmente il problema è particolarmente sentito in caso di neve, che potrebbe ristagnare e addirittura sciogliersi solo in parte, dando modo ad acque comunque formatesi di transitare tra i componenti il manto fino a superarlo.
La impermeabilità all’acqua comporta però pure quella, nella maggior parte dei casi, al vapore, cosa non altrettanto positiva, anzi capace di provocare muffe e rendere insalubri gli ambienti.
Se la stesura a perfetta regola d’arte è necessaria a garantire l’altrettanto perfetta tenuta all’acqua, la stessa importanza deve essere riservata alla valutazione delle modalità di intervento, variabili da caso a caso, in modo da evitare il formarsi degli inconvenienti già detti.
Anche il lavoro più semplice può riservare delle insidie!
autore: Massimo Meneghin