Cerchiamo un progettista, perché abbiamo bisogno di qualcuno che per noi faccia tutto quello che serve per far sì che un’idea si concretizzi.
Facile a dirsi, meno a farsi. Specie se intendiamo non percorrere le vie conosciute.
Nel comune sentire riteniamo che questo tecnico serva solo per acquisire i permessi, il che invece è solo un corollario. Il vero ruolo del progettista, anzi dei progettisti, perché la complessità dell’agire richiede che vere e proprie squadre di questi, è quello di immaginare quello che non c’è e metterlo su carta. In altri termini potremmo sostenere che la progettazione sia un’attività di mediazione tra la concreta realtà e i nostri desideri. In che altro modo definire chi disegna, come se lo avesse rilevato, quello che invece non c’è?
Oggi quello che facciamo è molto complicato –tecnicamente intendo- per cui la conoscenza di un solo progettista non basta più. Infatti, abbiamo squadre più o meno affollate ed articolate che operano in simbiosi od occasionalmente. Naturalmente c’è anche chi cerca di far da sé, committente o singolo tecnico che sia, ma il risultato non cambia, anche se magari non lo si dice in pubblico… Molto meglio, quindi, apportare le proprie competenze e chiedere a chi di dovere di aggiungere le proprie, tutti orientati verso il risultato prefisso.
La prassi ci mostra questi progettisti all’opera, a volte alcuni, a volte tutti:
- l’architetto, per la redazione del progetto architettonico, cioè d’insieme, quello che da forma a tutto,
- lo strutturista, per il progetto delle strutture portanti, anche quando queste sono di importanza corrente.
autore: Massimo Meneghin